Gli italoamericani negli Stati Uniti sono oggi oltre 20 milioni. Molti di loro hanno contribuito a scriverne la storia - nella scienza, nella politica, nell’arte - integrando perfettamente la nostra creatività, il nostro gusto e lo spirito di adattamento con il pragmatismo e il dinamismo americani.
È a tutela del patrimonio culturale italiano e per favorire le interazioni e gli scambi tra Italia e Stati Uniti che nasce, nel 1975, la National Italian American Foundation (NIAF), fondazione nazionale avente sede legale a Washington D.C.. La mission è fare sì che gli italoamericani continuino a mantenere vivi i valori e le loro tradizioni culturali.
Ma non solo: la NIAF finanzia conferenze e congressi nazionali su temi legati alla lingua e alla cultura italiana, e assegna borse di studio a studenti americani che andranno a studiare nel Belpaese. Per celebrare il grande retaggio di questa numerosa community e gli obiettivi raggiunti, ogni anno nel mese di ottobre, la NIAF organizza a Washington D.C. l’Anniversary Gala, al quale intervengono importanti esponenti del mondo politico, della cultura e della finanza, illustri italoamericani.
Durante questa speciale serata sono assegnate le onorificenze a eminenti personalità italiane e italo-americane che si sono particolarmente distinte nel loro ruolo professionale e civico. La NIAF ha onorato negli anni personalità quali Antonin Scalia, primo giudice italoamericano della Corte Suprema degli Stati Uniti, Frank Sinatra, Joe Di Maggio, Lee Iacocca, Liza Minelli, Henry Fonda, John Travolta, Al Pacino, Robert de Niro, Nicolas Cage, Martin Scorsese, Leonardo DiCaprio, George H.W. Bush, oltre ad illustri personaggi italiani come Luciano Pavarotti, Sofia Loren, Andrea Bocelli e grandi manager ed imprenditori come Giovanni Agnelli, Cesare Romiti, Giorgio Armani, Paola Fendi, Miuccia Prada, Giovanni Ferrero, Roberto Colaninno, Sergio Marchionne e Alessandro Profumo.
L’Anniversary Gala, capitanato dal Chairman Emerito NIAF Joseph V. Del Raso, prevede anche un’asta benefica in cui NERO Lifestyle, con i suoi viaggi, è da molti anni protagonista, da sponsor che simboleggia a tutto tondo il Made in Italy e la classica ospitalità italiana ricca di charme e di calore umano. Andrea Delfini, Founder and Chairman NERO Lifestyle, il 28 ottobre 2022 è stato eletto membro del Board of Directors di NIAF e dal 2015 è Vicepresidente di NIAF Italia, la “filiale” presieduta dal Professor Paolo Catalfamo.
Gli obiettivi di NIAF Italia sono affini a quelli della fondazione statunitense, e in più forniscono servizi di intermediazione nei rapporti bilaterali Italia-USA mettendo a disposizione dei suoi associati un network di contatti negli Stati Uniti che possano indirizzare e facilitare l’avviamento di attività imprenditoriali e professionali o rafforzare rapporti economici già avviati sul territorio americano.
INTERVISTA A ROBERT E. CARLUCCI, NIAF CHAIRMAN
Che cos’è per lei la NIAF?
Mio padre diceva sempre: “Non dimenticare mai da dove vieni!”. La NIAF mi ricorda che faccio parte di una grande cultura che ha arricchito enormemente la nostra nazione. È anche la casa dove i miei figli, e spero i loro figli, possono tornare per conoscere il loro passato. La NIAF è anche la voce nella capitale della nostra nazione che difende i 20.000.000 di americani di origine italiana e, infine, è il forum che mi permette di rimanere in contatto con l’Italia di oggi. Siamo impegnati a onorare e preservare tutto ciò che i nostri antenati ci hanno dato, ma siamo altrettanto concentrati sul progresso e sul fare da ponte efficace tra la terra di origine degli italoamericani e questo magnifico paese.
Quali valori italiani vi proponete di preservare negli Stati Uniti e quali valori gli italiani dovrebbero coltivare ed esportare?
Ciò che ammiro di più degli italiani è il loro grande senso di umanità. Sono emotivi, appassionati, tolleranti e accettano gli altri. Sono anche le persone più orientate alla famiglia. Forse è un luogo comune, ma credo nel vecchio detto “italiani brava gente”. Gli italiani sono anche grandi amanti della bellezza in tutte le sue forme. L’apprezzamento italiano per l’arte, la musica e la cucina sono tutti degni di essere preservati, così come la loro forte fede. Gli italiani dovrebbero continuare a coltivare ed esportare il loro unico e geniale senso creativo che si è manifestato dall’antica Roma fino al Rinascimento e al presente.
Italiani in America Secondo lei, cosa hanno apportato gli italiani agli Stati Uniti in termini economici, politici e culturali?
Nel corso della loro esperienza in America, gli italiani e i loro discendenti hanno portato un’incredibile etica del lavoro che si è tradotta in risultati impressionanti in ogni ambito dell’attività umana. Dal punto di vista economico, gli italoamericani sono stati gli artefici della costruzione di gran parte del nostro Paese, dalle città alle ferrovie, all’agricoltura. Alcune delle nostre più importanti società, come la Bank of America, hanno origini italoamericane. Dal punto di vista politico, italiani come Filippo Mazzei, fin dai tempi della guerra rivoluzionaria, hanno contribuito al rafforzamento della nazione. Alcuni dei nostri più grandi sindaci, da La Guardia a Giuliani, sono stati di origine italiana, così come famosi governatori come Mario Cuomo. Parlando dei contributi culturali italiani, semplicemente non possiamo essere superati come gruppo etnico. Abbiamo ispirato gli americani su come mangiare, bere e vestirsi. Abbiamo regalato loro favolosi musicisti, artisti e intrattenitori. In breve, abbiamo fornito all’America tutti gli elementi della Dolcevita, rendendola una nazione migliore e più felice.
Quali sono gli obiettivi e i progetti della NIAF per il futuro?
La NIAF intende continuare a proteggere, preservare e promuovere il patrimonio italiano, lavorando al contempo per ottenere una maggiore conoscenza e valorizzazione dell’importante rapporto tra Italia e America. Abbiamo appena sponsorizzato un documento di sintesi che è stato presentato da personaggi del calibro del 70° Segretario di Stato americano Mike Pompeo alla recente conferenza Ambrosetti sull’ “Importanza strategica del rapporto Italia-USA”. Il documento di sintesi ha dimostrato che l’Italia merita di essere annoverata tra i più importanti, solidi e validi alleati dell’America. L’Italia non solo è una superpotenza in ambito culturale e per stile di vita, ma anche nel campo delle forze armate e della difesa, sempre in prima linea nell’interesse di tutto l’occidente. In tutti i modi possibili, noi della NIAF continueremo ad evidenziare i numerosi ed enormi vantaggi di una solida relazione tra gli Stati Uniti e l’Italia. Una collaborazione di questo livello rappresenta uno scenario davvero vantaggioso per entrambi i Paesi.
INTERVISTA A JOSEPH V. DEL RASO, ESQ., NIAF CHAIRMAN EMERITUS AND WASHINGTON, DC GALA CHAIRMAN
Quali sono gli obiettivi del Gala di Washington?
Da quasi mezzo secolo il Gala NIAF è il più importante e prestigioso raduno annuale di italiani, italoamericani e italofili. È un’opportunità per dimostrare il nostro amore comune per l’Italia e gli Stati Uniti e per avvicinare i due Paesi. Tradizionalmente, sono presenti alti rappresentanti del governo americano e italiano, nonché figure di spicco del mondo degli affari, dello spettacolo e di quello accademico.
Ogni anno attribuiamo importanti onorificenze a coloro che si sono distinti maggiormente nel proprio campo. Quest’anno rendiamo omaggio al 70° Segretario di Stato americano Michael R. Pompeo in riconoscimento del suo servizio al nostro Paese; Bill Pascrell Jr., membro del Congresso al servizio del 9° distretto congressuale del New Jersey e co-presidente e decano della delegazione congressuale italoamericana; Giada De Laurentiis, personaggio televisivo vincitore di premi Emmy e Chef, nota per la sua serie Everyday Italian trasmessa da Food Network; Jason Castriota, designer automobilistico, stratega, innovatore e rivoluzionario visionario; Ornella Barra, pioniera nel settore farmaceutico, Chief Operating Officer per la divisione International di Walgreens Boots Alliance; Paolo Scaroni, Vice Presidente Rothschild & Co, Presidente di Giuliani S.p.A. e Presidente dell’AC Milan, squadra vincitrice del campionato della Serie A 2022. Ogni anno il Gala celebra e onora anche una diversa regione d’Italia.
Cosa rappresenta per la comunità italoamericana?
Il Gala di Washington celebra la nostra eredità italiana e il nostro successo come americani. Sette presidenti degli Stati Uniti hanno partecipato ai Gala della fondazione per rendere omaggio alla comunità italoamericana e ai suoi numerosi successi, così come diversi Primi Ministri italiani. Ancor più importante, l’evento – nel cuore della capitale - è la manifestazione tangibile di come NIAF continui a dare voce alle persone di origine italiana presenti nel nostro paese.
Lei ha ricoperto i ruoli più importanti dell’organizzazione. Che cosa ha ricavato da questa esperienza?
In realtà sono un sostenitore NIAF di seconda generazione. I miei genitori sono stati tra i fondatori. Nei cinque decenni in cui sono stato coinvolto, ho avuto il privilegio di ricoprire molti ruoli, tra cui quello di amministratore delegato, presidente e ora presidente emerito. In tutti questi anni e in tutti questi ruoli, una cosa che non è mai cambiata è la soddisfazione che ho ricevuto dal mio coinvolgimento. È una soddisfazione che deriva dalla consapevolezza che non solo sto proteggendo, preservando e promuovendo l’illustre cultura dei miei antenati, ma sto anche mettendo le basi per creare un legame con l’Italia contemporanea.
Onoriamo il nostro patrimonio, ma non guardiamo indietro. Guardiamo “sempre avanti” verso un futuro in cui l’Italia e gli Stati Uniti si avvicinano come due dei principali pilastri della civiltà occidentale.
Come americano, qual è il suo punto di vista sull’Italia?
Nutro un profondo amore per l’Italia e per tutto ciò che ha dato al mondo, compreso questo paese. Molti dei precetti della nostra democrazia americana sono riconducibili a italiani come Gaetano Filangieri e da allora gli italiani non hanno mai smesso di contribuire al tessuto americano. L’Italia è giustamente conosciuta in tutto il mondo per il cibo, la moda, il design e le Ferrari, ma produce e contribuisce a molto altro. Ho sempre cercato di aiutare l’Italia ad essere meglio compresa come un grande paese con molte eccellenze sconosciute. Questo è uno dei miei obiettivi nel lavorare con la NIAF: vedere l’Italia ricevere il riconoscimento che merita. È straordinario pensare che questo piccolo paese, minima frazione della popolazione mondiale, abbia prodotto più siti del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO di qualsiasi altro paese al mondo e abbia dato vita a una cultura che US News and World Report hanno appena classificato come la più influente al mondo. Fortunatamente, l’Italia e gli Stati Uniti sono grandi amici e alleati e la NIAF è felice di essere il collante di questa unione sempre più stretta.
INTERVISTA A ROBERT ALLEGRINI, NIAF PRESIDENT
Qual è il suo legame con l’Italia e come vorrebbe sviluppare quello tra NIAF e l’Italia?
Ho avuto il piacere di crescere in una famiglia italoamericana e di visitare regolarmente l’Italia dall’età di 5 anni. Durante il college, ho trascorso un’estate all’Università per Stranieri di Perugia e ho vinto una borsa di studio di un anno presso l’Università di Firenze. Da più di 20 anni ho la doppia cittadinanza italiana e dagli anni ’80 collaboro con numerose organizzazioni italo americane.
Desidero utilizzare le sovvenzioni e i programmi NIAF per rendere gli italoamericani più consapevoli della ricchezza della loro cultura e avvicinarli all’Italia. Dobbiamo fare in modo che i nostri giovani sappiano che nella loro identità c’è di più rispetto al cibo e alla fede, i due aspetti sicuramente più noti. Voglio che gli italoamericani siano consapevoli della storia dell’Italia e di tutto ciò che ha dato al mondo.
Per questo sono un grande sostenitore del programma Voyage of Discovery di NIAF, che permette agli studenti universitari che non sono mai stati in Italia di partire per un viaggio di due settimane interamente pagato per visitare la terra dei loro antenati e conoscere la loro vera eredità, spesso diversa rispetto a quella proposta da Hollywood e dai media popolari.
Quali sono secondo lei i punti di forza della cultura americana e di quella italiana? Cosa nasce dal loro incontro?
La forza della cultura italiana è grande. Così grande che secondo US News e World Report è la cultura più influente al mondo. Tutti vogliono vivere come gli italiani, apprezzare la bellezza in tutte le sue forme e avere la loro passione e umanità, spesso assenti nella cultura americana di stampo anglosassone.
Tuttavia, ci sono molti elementi della cultura americana che gli italiani farebbero bene ad adottare. Ad esempio, gli italiani potrebbero trarre benefici da un maggiore senso civico e dal patriottismo americano. Sono fermamente convinto che l’America abbia bisogno di più Italia e che l’Italia abbia bisogno di più America. Il fatto che gli italoamericani rappresentino gli elementi migliori di entrambe le culture ci rende persone davvero eccezionali e dotate.
Lei ha ricoperto importanti incarichi nel settore del turismo. Quanto è forte il desiderio delle persone di visitare l’Italia ed esplorare la terra e la cultura dei loro antenati?
Gli americani amano l’Italia, è un amore comprensibile considerando quello che offre, inclusi i siti UNESCO per i quali è il primo paese al mondo. Ma quell’amore potrebbe diventare più profondo se gli italiani facessero alcune cose in modo diverso. I servizi sono sicuramente migliorabili. C’è anche troppa tolleranza rispetto ad alcuni aspetti quali gli imbrattamenti e la spazzatura che deturpano l’incredibile bellezza delle città e sconvolgono molti visitatori americani.
Quanto è rilevante il Made in Italy per la cultura americana?
Il marchio Made in Italy ha avuto enorme successo in America e questo dovrebbe essere un grande motivo di orgoglio sia per gli italiani che per gli italoamericani. Il cibo italiano è ormai più popolare del cibo francese - così come la moda - e lo stile e il design italiani sono diventati sinonimo di desiderabilità. Tuttavia, gli americani devono ancora imparare che il Made in Italy non è solo cibo, moda, mobili e Ferrari, ma anche scienza robotica, aerospaziale e farmaceutica. L’Italia è sempre stata una fonte di creatività e innovazione ed oggi continua ad esserlo in modi tanto attesi quanto inaspettati.
INTERVISTA A PAOLO CATALFAMO, PRESIDENTE NIAF ITALIA E MEMBRO BOARD OF DIRECTORS NIAF
Cos’è per lei la NIAF?
La NIAF per me è un gruppo di amici che hanno in comune un incredibile amore per l’Italia. Sono americani di terza, quarta, quinta generazione, che hanno raggiunto spesso grandi successi nella loro professione e nella vita pubblica ma che mai hanno dimenticato le loro radici. È una splendida organizzazione di persone che continuamente rendono omaggio ai loro nonni e bisnonni che hanno affrontato rischi e durezze per dare ai loro figli e ai loro nipoti una vita migliore.Far parte della NIAF mi fa sentire orgoglioso di essere italiano e di condividere le storie di questi fantastici italiani d’America.
La NIAF è anche una potente organizzazione di lobby. Che impatto ha sulla politica americana?
È vero che la NIAF è un importante e rispettata organizzazione a Washington e che svolge un ruolo politico, ma è rigidamente apartitica. Della fondazione fanno parte esponenti del Partito Democratico e di quello Repubblicano, ma nell’ambito della NIAF tutti si occupano di proteggere e sostenere gli interessi e la visibilità della comunità italiana negli Stati Uniti, indipendentemente dall’orientamento politico.
Quali sono i benefici per l’Italia dell’attività svolta dalla NIAF?
La NIAF ha sempre svolto un’importante attività di collegamento fra le istituzioni italiane e quelle americane. Negli ultimi anni questa funzione è stata ulteriormente rafforzata con l’ambasciata italiana negli Stati Uniti e con quella americana in Italia. Non bisogna dimenticare che ci sono molti membri del Congresso e diversi rappresentanti dell’amministrazione americana affiliati alla NIAF e questo rappresenta un grande veicolo di comunicazione per le istituzioni italiane.
Abbiamo parlato dei vantaggi per le istituzioni italiane ma in che modo le imprese italiane potrebbero trarre benefici dall’affiliazione alla NIAF?
Per molte imprese italiane il mercato americano è uno dei più importanti se non il più importante. Ci sono oltre 20 milioni di italoamericani negli Stati Uniti. È chiaro che nessuna impresa italiana dovrebbe ignorare l’enorme potenziale rappresentato da questa comunità con un legame emotivo e affettivo così forte nei confronti dell’Italia. La NIAF, in quanto principale rappresentante di questo grande gruppo, può sicuramente agevolare i rapporti delle imprese italiane con quelle americane e offrire un’importante guida su come comprendere il mercato americano in generale.
Per quale motivo è stata creata la NIAF Italia?
Proprio per rafforzare la collaborazione con la NIAF e la comunità italoamericana e per essere un punto di aggregazione per tutte le imprese italiane con interessi negli Stati Uniti.
Qual è il rapporto fra la NIAF e la NIAF Italia?
Il rapporto è strettissimo. Io, oltre a presiedere la NIAF Italia, faccio parte del Board of Directors della NIAF negli USA da molti anni. Per rafforzare ulteriormente questa collaborazione, importanti membri del Board of Directors della NIAF sono entrati a far parte del consiglio di amministrazione della NIAF Italia. Far parte della NIAF Italia vuol dire far parte a tutti gli effetti della grande famiglia NIAF.
INTERVISTA AD ANDREA DELFINI VICE PRESIDENTE NIAF ITALIA E MEMBRO BOARD OF DIRECTORS NIAF
Come è nato, da italiano, il suo rapporto con la NIAF?
È accaduto una decina di anni fa quando una persona a me molto cara, il Prof. Paolo Catalfamo, mi fece scoprire la realtà della NIAF. Ne rimasi non solo colpito e affascinato ma ebbi l’opportunità e la fortuna di partecipare all’Anniversary Gala di Washington D.C..
Quell’esperienza fu per me unica ed indimenticabile: in quei giorni provai un intenso orgoglio di essere italiano, come forse non avevo mai provato prima. Un orgoglio che nasce dall’importanza che questa comunità dà ai valori della nostra cultura che per noi sono così normali, così scontati da non percepirne più l’importanza e la forza. Valori semplici come la famiglia, sia intesa come unione delle diverse generazioni e parentele, sia intesa come comunità di amici che si ritrovano e condividono un’umanità tipica delle nostre origini. Oltre a questo forte orgoglio ho scoperto una comunità di cittadini americani, molto uniti e con un fortissimo legame affettivo verso il Paese dei loro antenati, delle loro origini.
Un legame forte e vivo, che stanno cercando di tramandare di padre in figlio, e ancora più affascinante quando emerge in persone che non parlano più la nostra lingua e che sono americani da diverse generazioni, che hanno raggiunto il successo nel loro Paese ma che, in qualche modo, talvolta “vorrebbero” essere italiani. Emerge in modo evidente la volontà di preservare non solo il ricordo delle origini, ma anche la cultura e i valori che gli emigranti hanno portato con sé e che sono stati tra gli elementi che hanno contribuito al loro successo e a quello dei loro discendenti negli Stati Uniti d’America.
E questo legame speciale con il nostro Paese si trasforma immediatamente in affetto e simpatia nei confronti di chi, da italiano “vero”, “autentico” si trova, come è accaduto a me, all’interno di questa famiglia.
E ora, dal 2022 entra a far parte del Board of Director della NIAF USA. Che significato ha per lei?
Questa carica così importante, giunta del tutto inaspettata e insperata, è stata per me - sono sincero - il coronamento di un “sogno”, la realizzazione di qualcosa di talmente grande che non era neppure nei miei obiettivi. Servire il Board of Directors NIAF è motivo di orgoglio e di grande gratificazione, oltre che di stimolo per cercare di fare ancora di più per dare il mio contributo alla diffusione della conoscenza della NIAF, dei suoi valori e dei suoi progetti, in particolare in Italia, oltre che dare supporto alle iniziative ed eventi negli USA. A prescindere dall’importanza di questa carica a livello formale ed istituzionale negli USA e della carica di Vicepresidente NIAF Italia che ricopro da oltre 7 anni, in realtà io mi sento parte della “famiglia” NIAF a cui ho sempre cercato di dare il mio contributo.
Quale è il rapporto tra NERO Lifestyle e la NIAF?
Sono ormai dieci anni che sponsorizziamo, con grande soddisfazione e successo, gli eventi NIAF, in particolare l’Anniversary Gala di Washington D.C. e il New York Gala di primavera, oltre che diversi altri eventi di organizzazioni della comunità italoamericana, come ad esempio Il Circolo di Palm Beach.
Da una parte, come sponsor, promuoviamo la collezione dei NERO Lifestyle Hotels e i prodotti e servizi partner del nostro progetto e dall’altra, come editori, in particolare con la produzione delle Special Edition del nostro magazine, diffondiamo la conoscenza della NIAF e dei suoi valori presso tutti i nostri lettori in Italia ed in altri Paesi.
Il rapporto con la NIAF in che modo ha cambiato i suoi rapporti con gli USA? Lei ha progetti di sviluppo negli Stati Uniti?
Oggi io sento e percepisco gli Stati Uniti come un Paese molto vicino, un Paese in cui vive una estesa comunità di amici dell’Italia e degli italiani, una famiglia che molti italiani non sanno ancora di avere oltreoceano. Quando vado negli USA, anche per viaggi privati o di lavoro, mi sento “a casa” e so di poter contare su molti amici. Con il Gruppo Blastness che ho fondato nel 2004 e che oggi è leader in Italia nella fornitura di piattaforme tecnologiche per il settore alberghiero, abbiamo avviato un progetto di internazionalizzazione con l’obiettivo di diventare un player globale.
Naturalmente uno dei primi Paesi in cui avvieremo una nostra sede estera, sono gli USA, non soltanto per le opportunità che abbiamo analizzato di questo mercato ma anche in quanto si tratta del Paese nativo dei nostri principali partner tecnologici e strategici, Microsoft e Google, oltre che di un Paese in cui le soluzioni basate su big data ed artificial intelligence, come sono le nostre, sono accolte dalle imprese con maggiore familiarità.